La Scuola di ballo del Teatro di San Carlo di Napoli vanta di un primato: è la prima Scuola d’Italia e una delle più antiche d’Europa. Creata nel 1812, ha una storia che dura da più di 200 anni; oltre ad essere “vivaio” che ha formato ballerini di altissimo livello professionale, in grado di inserirsi nelle più apprezzate compagnie, in Italia e all’estero. Grandi artisti, i quali hanno portato in tutto il mondo l’arte della danza Italiana. Nel Decennio francese -volendo rinforzare una tradizione che aveva visto a Napoli presenze artistiche significative come quelle di Sebastiano Gobbis e Gennaro Magri, ballerini di grande fama come Onorato Viganò, Gaetano Vestris, Charles Le Picq, Gaetano Gioia -il governo di Gioacchino Murat istituisce la Reale Scuola di Ballo. È l’anno di grazia 1812. La Scuola viene aggregata al San Carlo in un locale che deve procacciare l’appaltatore dell’impresa dei Reali Teatri, e viene suddivisa in tre sezioni: Scuola generale, affidata alla direzione del coreografo-ballerino Pierre Hus; due Scuole di Perfezione di ballo e pantomima, affidate rispettivamente ai primi ballerini Louis Stanislav Henry e Salvatore Taglioni, zio della celebre Maria. Grazie a questi tre artisti, la Scuola di ballo del San Carlo adotta un’impostazione alla ‘francese’. Alla fine della guerra, nel 1944, la prima ballerina della Scala, Bianca Gallizia, decise di accettare l’invito di Pasquale Di Costanzo a ricostruire la Scuola di Ballo del San Carlo: così il teatro, oltre che riprendere con entusiasmo l’attività lirica e sinfonica, tornava ad essere un punto di riferimento importante per la danza in Italia. Dopo più di cent’anni, la Scuola – soppressa nel 1841 – tornava a vivere.
Nel 1812, sotto il regno di Gioacchino Murat, il compositore e ballerino Pietro Hus aveva raccolto la sfida lanciata dai governanti francesi e, insieme a Louis Stanislav Henry e Salvatore Taglioni (zio della celebre Maria), aveva dato vita a corsi per 32 ragazzi: 16 maschi e 16 femmine. Fu subito un grande successo, tanto che l’anno dopo i francesi fondarono un’accademia simile anche alla Scala di Milano. Ma fu con il ritorno dei Borbone sul trono delle Due Sicilie che la scuola sancarliana prese forma. Un regolamento molto rigido stabiliva che per essere ammessi i ragazzi dovevano avere un’età tra i 7 e i 12 anni e un certificato di polizia che ne attestasse la moralità. Insomma, entrare al San Carlo costituiva un titolo di merito: superato l’esame di ammissione, gli alunni, per completare la loro educazione musicale, dovevano imparare a suonare il violino se maschi e, se femmine, addestrarsi al solfeggio. L’allievo aveva diritto alla preferenza nella scrittura al San Carlo e, dopo sei mesi di esercizio, poteva anche partecipare agli spettacoli con una retribuzione che variava dai 2.640 ai 15.000 ducati l’anno. Come dire: un futuro assicurato.
Altri tempi, altri scenari. Il 15 marzo del 1950, presente l’allora sindaco di Napoli Domenico Moscati e il sovrintendente Di Costanzo, dopo lunghi preparativi Bianca Gallizia inaugurava la sua nuova Scuola. L’affiancavano Milly Wanda Clerici (già prima ballerina alla Scala) e un segretario coordinatore, Guido Graziosi. Subito furono messi in cantiere due corsi, uno regolare e l’altro accelerato, entrambi completamente gratuiti. Per il programma regolare – otto anni di studio – furono ammessi allievi dagli 8 ai 12 anni, mentre il corso accelerato era destinato agli allievi tra i 13 e i 16 e durava solo 5 anni. Accanto allo studio della danza furono inserite materie complementari: repertorio del balletto, tecnica della danza moderna, danza di carattere, storia e teoria della musica, canto e solfeggio. In due anguste stanzette, al quinto piano del teatro, la Gallizia con i suoi allievi riuscì a formare un vero e proprio Corpo di Ballo e a portare in scena, in vent’anni circa, ottanta balletti e una settantina di coreografie all’interno di opere liriche.
Il metodo di studio era basato sulle teorie di Enrico Cecchetti e fu aggiornato nel 1967 con l’inserimento della tecnica russa conosciuta con il nome della sua ideatrice, Agrippina Vaganova. Nel 1973, dopo più di ventitré anni di attività a Napoli, Bianca Gallizia lasciò la direzione della Scuola alla sua più stretta collaboratrice, Milly Wanda Clerici. Nel non facile periodo che seguì si alternarono alla guida dell’accademia di danza Tony Ferrante, Zarko Prebil, Giuliana Pensi. Successivamente, dal 1990 al 2015, la Scuola è passata alla direzione di Anna Razzi. Romana, di origini partenopee, diplomata alla Scuola dell’Opera, la Razzi è stata prima ballerina e étoile alla Scala fino al 1985, danzando con Nureyev, Bortoluzzi, Schauffus, Petit, Dupont. Dopo più di venticinque anni, la Direzione della Scuola di Ballo è stata affidata dall’ottobre del 2015 a Stéphane Fournial, Cavaliere delle Arti e delle Lettere titolo conferito dal Ministro della Cultura Francese Frédéric Mitterrand e Cavaliere nell’Ordine del Merito conferito dal Presidente della Repubblica Francese Emanuel Macron, apprezzato per le innumerevoli esperienze internazionali.
La Scuola insegna, non solo danza classica, ma anche materie complementari quali Solfeggio, Storia della Danza, Danza di carattere, Danza Contemporanea, Repertorio e Pas de deux, con un team altamente qualificato.